“Privato vs. Pubblico? Gli ultimi contro i penultimi”, di Maurizio Petriccioli

CislFPMEF/ Ottobre 27, 2020/ Comunicazioni Generali

“Privato vs. Pubblico? Gli ultimi contro i penultimi”, di Maurizio Petriccioli

“Ho assistito, con grande perplessità e sgomento, al dibattito pubblico delle ultime ore e il ritorno alla ribalta del conflitto tra settore pubblico e settore privato.

Sono davvero dispiaciuto e rammaricato che ad alimentare questo conflitto siano opinionisti televisivi che hanno grandi audience alle loro spalle, giornalisti affermati, politici nazionali e locali, rappresentanti delle istituzioni e dei corpi intermedi a tutti i livelli. È la governance di questo Paese nel suo complesso a soffiare sul fuoco del conflitto sociale, in una fase in cui di conflitto non ne sentiamo la mancanza, con le vetrine dei negozi sfondante, con il Presidente della Repubblica che convoca il Consiglio Supremo di Difesa al #Quirinale a sancire la drammaticità del momento.
Si chiede al settore #pubblico e a chi vi lavora di fare uno sforzo economico in quanto comparto composto dai “garantiti” dallo Stato; ho letto di prevedere una tassa, di “tagliare 1 euro al giorno” ai dipendenti pubblici per sostenere il settore #privato e così via in un insieme di proposte che, più che essere concrete o realizzabili, hanno l’aria di una sorta di espiazione dalle “colpe” di lavorare per le Istituzioni del nostro Paese.
L’#Italia e il dibattito pubblico, in un clima generale di guerra tra poveri con frange estreme ed irresponsabili che soffiano sulla legittima disperazione di chi è fortemente esposto alle conseguenze economiche e sociali del #covid, hanno preso una via completamente sbagliata: la strada di un conflitto tra cittadini che non porterà a nulla se non allo sfaldarsi ulteriore di un tessuto sociale già lacerato da conflitti interclassisti mai davvero sopitisi.
Periodicamente siamo in cerca del nemico: l’altroieri era l’#Europa, ieri erano i #migranti, oggi i dipendenti pubblici. Cerchiamo sempre il capro espiatorio verso il quale indirizzare il nostro odio, dimenticando perfino che “dipendente pubblico” è l’infermiera del 118 che si addormenta sul volante dell’ambulanza con ancora il paziente a bordo mentre aspetta di entrare nell’ospedale, durante un turno di lavoro infinito; e dipendenti pubblici sono anche quegli operatori del 118 di Sassari, fotografati mentre si accasciavano su una panchina, stremati.
A questa osservazione si potrebbe rispondere che quando i commentatori parlano di dipendenti pubblici mica parlano di loro, parlano degli “altri”! Quali “altri”? Quelli che in questi mesi hanno svolto il proprio dovere nei servizi doganali, cercando di limitare le importazioni di dispositivi di protezione contraffatti? Delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno cercato di smaltire la montagna di domande di sostegno (moltiplicatesi con i decreti emergenziali), nonostante l’unica urgenza di questi anni della nostra classe dirigente sia stata quella di bloccare il turnover e svuotare gli uffici? Oppure i dipendenti pubblici sono gli agenti di polizia locale che hanno svolto una funzione di controllo imprescindibile durante il lockdown o gli educatori scolastici che hanno affrontato la didattica in presenza per non abbandonare un’intera generazione di bambini? Odiamo i #dipendentipubblici, che, assieme ai #pensionati, erogano annualmente all’erario centinaia di miliardi di gettito fiscale a sostegno del sistema Paese, perché vorrebbero che si rispettasse semplicemente la legge e che non si finisse, in nome dell’emergenza, a derogare a tutte le regole in tema di #contrattazione e di organizzazione del #lavoro, come è accaduto purtroppo negli ultimi 10-15 anni. A questo siamo ridotti: alla lotta degli ultimi contro i penultimi.

La domanda che mi pongo, guardando il pietoso dibattito di queste ore è: invece di “massacrare” chi vive del proprio salario, perché non si chiede un sacrificio una tantum a chi davvero può permetterselo?

Non esiste “solidarietà” quando si parla di tagliare i salari e le pensioni! Vogliamo recuperare delle risorse per affrontare la crisi sociale, economica e sanitaria, senza disastrare i già disastrati conti pubblici? Se è questo l’obiettivo non eludiamo la necessità, irrimandabile, di #tassare i #patrimoni; di intervenire in maniera chirurgica sul paniere dell’#Iva per determinati beni, riducendo o azzerando l’iva su beni di prima necessità e aumentarla in altri settori; di combattere una guerra senza quartiere ai grandi #evasori/elusori fiscali, criminali che tolgono gettito che potrebbe essere investito nel settore sanitario e scolastico; di cercare, infine, accordi con le imprese che sfruttano il #dumpingFiscale generando esternalità negative che si aggirano, per l’Italia, intorno ai 5-8 miliardi l’anno.
Non so se c’è più tempo di reimpostare il dibattito pubblico e se sia utopia tutto questo. La situazione è certamente drammatica: I pazienti #covid19 positivi occupano mediamente già oggi il 20% delle terapie intensive. Tra 15 giorni, di questo passo, non vi saranno più posti di T.I. a scapito anche dei pazienti che hanno altre patologie. Il rischio di un nuovo #lockdown, purtroppo, è dietro l’angolo.
Se di una #solidarietà nazionale abbiamo bisogno, è sicuramente quella di chi ha di più, orientando le risorse verso un ristoro delle categorie che stanno pagando davvero il prezzo della crisi.”

Lo scrive, sul proprio profilo Facebook, il Segretario Generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli:

𝗣𝗥𝗜𝗩𝗔𝗧𝗢 𝗩𝗦. 𝗣𝗨𝗕𝗕𝗟𝗜𝗖𝗢?
𝗚𝗟𝗜 𝗨𝗟𝗧𝗜𝗠𝗜 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗥𝗢 𝗜 𝗣𝗘𝗡𝗨𝗟𝗧𝗜𝗠𝗜

Ho assistito, con grande perplessità e sgomento, al dibattito…

Pubblicato da Maurizio Petriccioli su Martedì 27 ottobre 2020

 

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