Lavoro. Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uiltucs, Intesa sul passaggio di Kos Care a CCNL Confcommercio Salute Sanità e Cura. Valorizzato l’apporto professionale delle lavoratrici e dei lavoratori

CislFPMEF/ Maggio 24, 2023/ Comunicazioni Generali

Roma, 24 maggio 2023 – C’è intesa sui nuovi trattamenti economici e normativi applicati a 2.894 lavoratrici e lavoratori alle dipendenze di Kos Care S.r.L., società di Kos Group, primario gruppo sanitario italiano operativo nel settore dell’assistenza socio-sanitaria e nella cronicità residenziale, nella riabilitazione e nella psichiatria, nella tecnologia avanzata applicata alla medicina e nella medicina per acuti.

I sindacati di categoria Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uiltucs hanno siglato con la direzione societaria un accordo di armonizzazione che sancisce il passaggio al Ccnl Confcommercio Salute Sanità e Cura per il personale impiegato nelle strutture della divisione nursing home, 59 tra Rsa e Comunità psichiatriche in Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Veneto.

Il passaggio al nuovo Contratto nazionale, a far data dal 1° giugno 2023, avverrà senza soluzione di continuità con il mantenimento dell’anzianità di servizio a tutti i fini contrattuali, normativi e retributivi. Allo stato attuale al personale in forza vengono applicati rispettivamente il Ccnl Anaste rinnovato nel 2009 e il Ccnl Aris Rsa stipulato nel 2012.

Sin da subito troveranno applicazione le tabelle retributive decorrenti dal 1° settembre 2023 e tutto il personale maturerà il 100% della quattordicesima mensilità, i Rol e gli scatti di anzianità triennali.

Preservati anche i trattamenti retributivi ad personam o derivanti da forme pattizie in essere, che verranno mantenuti quali condizioni di miglior favore. In particolare, verranno mantenute le diverse tipologie di superminimi, le indennità di funzione e professionali. Confermata l’applicazione delle indennità di turno previste dal Ccnl Anaste e dal Ccnl Aris Rsa. Prevista inoltre per il personale ex Aris Rsa, l’erogazione del massimo della quota del premio presenze, pari a 585 euro, come superminimo non assorbibile riparametrata su 14 mensilità. Confermati anche gli scatti di anzianità, nel numero e nel periodo di maturazione, il cui valore eccedente sarà valorizzato anch’esso come superminimo non assorbibile.

L’intesa interviene anche su ferie, Rol e malattia, uniformando il trattamento normativo alle previsioni contrattuali e contemplando il periodo comporto a partire dal 1° giugno 2023.

Al fine di evitare contenziosi derivanti dall’applicazione dei Ccnl di provenienza, l’accordo stabilisce inoltre la possibilità, su base volontaria, di sottoscrivere conciliazioni individuali, con la previsione di riconoscimenti di natura economica in base all’anzianità di servizio.

In caso di rinnovo dei rispettivi Ccnl di provenienza, Kos Care corrisponderà al personale eventuali arretrati e/o una tantum limitatamente ai periodi precedenti la data del cambio contrattuale.

L’accordo prevede inoltre incontri di monitoraggio e verifica a livello di unità produttiva, territoriale e regionale.

Troveranno applicazione anche i dettami contrattuali riferiti all’assistenza sanitaria integrativa erogata dal Fondo Est, alla previdenza complementare del Fondo Fon.Te., come anche le previsioni normative sui 15 minuti giornalieri per tempi di vestizione, sulla fruizione di permessi per la formazione e l’acquisizione dei corsi ECM e sulla giornata di permesso retribuito all’anno per effettuare screening volti alla prevenzione e al mantenimento delle condizioni di benessere della persona.

Soddisfazione è stata espressa da Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uiltucs che parlano di «importanti avanzamenti raggiunti per il riconoscimento del lavoro di cura svolto con dedizione da migliaia di addetti alle dipendenze di Kos Care a vantaggio delle persone più fragili».

«Per effetto dell’intesa – concludono le tre organizzazioni sindacali – i lavoratori potranno contare su un rilevante incremento delle retribuzioni e su altri elementi distintivi del nuovo Ccnl, importanti istituti di welfare volti a valorizzare l’apporto professionale del personale».

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